Cosetta Mastragostino esplora oltre i limiti della forma, combinando i valori percepiti con un linguaggio letterario astratto che incide e genera una fessura nella chiave della realtà.

Il suo lavoro si esprime mediante un uso raffinato della materia, combinando le argille, la carta, i metalli, le acque e le pietre, tutti elementi della terra, della natura. É un apparente contrasto - la fisicità del metallo, l'incorporeità delle ombre o la tenue opacità delle fibre, il calore dei colori ed il freddo del ferro - in una precisa coesione, nell'architettura di un'opera compiuta con gli equilibri ed i contrasti degli elementi fondanti, in una meditata idea della composizione.

Dal segreto della materia emergono forme semplici e potenti con la forza dell'archetipo, immerse in un tempo lungo, nel quale si fondono l'antico ed il contemporaneo, in un'epica dell'homo faber. Qualcosa di lontano e qualcosa di vicino sono sospesi nel silenzio di uno spazio illimitato dove predomina un senso di precarietà.

Le costruzioni, piene di significati e di simboli universali, tendono ad una tacita denuncia o critica dei temi vicini all'uomo ed alla sua problematica contemporanea universale: crisi, guerra, religione, tolleranza, ambiente, acqua, energia e povertà.

Gli elementi più sottili, come il filo del metallo e le fibre, sono trame del pensiero, delle emozioni e della memoria, sono costruzioni di una rete effimera, transitoria e perenne insieme, che ci provoca.

La materia naturale ed i suoi colori puri, le sue durezze e le tessiture sono i grandi seduttori  protagonisti delle opere dell'artista, fonte, forza e centro di energia che avanza nello spazio ed appare nella forma e nel volume, in superficie, tessiture e profondità.

La sua scultura esprime l'idea, la proiezione, la volontà, la forza, la poesia e la preoccupazione dell'artista con un tono metafisico, essendo allo stesso tempo uno strumento indispensabile di coscienza oltre che di percezione.

Le opere sono state create specialmente per questa mostra.


Prof.ssa Lucrecia Vega Gramunt