Il lavoro della scultura implica una attenzione e una tensione verso la dimensione spaziale nel raccogliere e immagazzinare tutte le energie esterne che l'oggetto scolpito assorbe e restituisce, nell'incantesimo della forma e nella fascinazione della materia.
Le sculture di Cosetta Mastragostino realizzate nella consistenza morbida della terracotta si espandono metamorficamente rievocando sedimentazioni della memoria o delineando allusioni iconiche del quotidiano. La materia, assecondando la manipolazione dell'artista, acquista la ruvida sembianza del reperto o l'impalpabile rarefazione dell'oggetto astratto e pur dispiegandosi in una direzione di assoluta astrazione, sembra alludere alla dimensione del reale. I segni di esso, in una costellazione materica che prevede oltre alla terracotta, la durezza del ferro e la rugosità del legno, sembrano accarezzare le tracce di un elementarismo naturale che si manifesta nella essenzialità del frammento.
Le forme-materia della Mastragostino si sganciano dalla monumentalità classica e si inverano in una linearità minimale che risulta momento di confluenza tra la sintesi spaziale e il rigore plastico. La forma, infatti, viene ideata e prodotta nella sua molteplicità epifanica, studiata nella sua spazialità interna attraverso le contraddizioni del pieno e del vuoto e svuotata da ogni significazione retorica, ma tesa, invece, verso un rinnovamento espressivo che concentra la sua ricerca sulla rappresentazione simbolica e volumetrica della contemporaneità.
Teresa Macrì